Intervista agli operatori dell’aula Stem. A cura di Francesca Bruciano.
Intelligenza artificiale e tecnologie digitali a scuola possono costituire un vantaggio utile per l’apprendimento ma bisogna saperli usare nella giusta maniera per evitare che diventino una fonte di distrazione. Video, piattaforme digitali, realtà virtuale aiutano a creare lezioni più attraenti e coinvolgenti. I bambini ne sono attratti ma al contempo, con l’aiuto dell’insegnante possono imparare a comprenderne alcuni rischi. Nell’aula Stem della scuola “Giacomo Leopardi” di Napoli gli alunni costruiscono i robot con i Lego, ci giocano e si divertono scoprendo un mondo nuovo. Da questa esperienza sono scaturite curiosità tradotte in domande. Qualche bambino, aiutato dall’insegnante, ha chiesto agli operatori esperti dello Stem come fanno i robot a parlare e quali rischi si corrono usando l’intelligenza artificiale con Chat Gpt? «I robot sono stati progettati dall’uomo e quindi al loro interno c’è Google» - spiega Davide. Un’altra domanda prova a farla Luigi. I robot provano sentimenti? «Sì e no, nel senso che possono affezionarsi una volta conosciuto l’interlocutore. Altresì, laddove c’è il tasto distruzione possono dire no e non provocare danni. Tutto dipende da chi li progetta». Quindi i robot e l’intelligenza artificiale possono essere rischiosi? «Sì, perché possono diventare più evoluti dell’uomo e quindi sempre più pericolosi, tanto da divenire una possibile minaccia per la sicurezza dei popoli».
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